Se l’eutanasia (o il suicidio assistito) è considerata un atto medico, una sorta di palliazione estrema, perché negarla ai minori? Forse le cure palliative sono destinate solo ai maggiorenni, o forse si negano ai depressi? 
Questo succede laddove l’eutanasia o il suicidio assistito sono legalizzati: entrano a far parte dei trattamenti offerti dal Servizio Sanitario Nazionale. Li chiamano ‘nuovi diritti’.
Assuntina Morresi

articolo di Antonella Mariani su Avvenire

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