Riportiamo l’articolo de “La Nuova Bussola Quotidiana” e chiariamo bene il nostro pensiero:

Noi siamo consapevoli della realtà e non vogliamo ignorarla. Rispettiamo la vita delle persone in qualsiasi condizione e situazione. Siamo aperti al dialogo con chi non la pensa come noi. Ma non accettiamo che la formazione dei medici diventi occasione per far passare una certa cultura. Quando si fa formazione ai medici si tratta di argomenti clinici, medici e scientifici, non di altro.

Arcigay in cattedra e medici sui banchi di scuola. E’ questa l’immagine che si materializzerà sabato prossimo a Siena nella sala convegni dell’Ordine dei medici. Relatori alcuni attivisti di Arcigay e del Movimento Pansessuale di Siena che svolgeranno il tema “IL FIORE DELLE IDENTITÀ-Percorsi tra identità e orientamenti per un migliore approccio alla relazione di cura”.

Tema molto liquido per trattazione e tematiche affrontate dato che in calendario nella tre giorni di convegni, che si svolgeranno su tre date, si tratterà di argomenti tra i più svariati avendo però sempre come focus centrale lo sguardo Lgbt: stereotipi e pregiudizi, componenti dell’identità sessuale, linguaggio inclusivo, benessere delle persone Lgbt e relazione d’aiuto con le persone Lgbt.

Il convegno infatti viene presentato come organizzato dall’Omceo di Siena, ma “a cura della rete di Formazione Arcigay e Movimento Pansessuale di Siena”. Praticamente l’Ordine ci mette le strutture e l’accreditamento per i professionisti che parteciperanno e gli attivisti Arcigay faranno da insegnanti.

La cosa non è andata giù a diversi medici che hanno manifestato al presidente dell’Ordine il proprio disappunto. Non per la trattazione della tematica omosessualità. Ma per quello che è sembrato a molti uno scarso approccio scientifico al problema.

Anche il neonato Osservatorio di bioetica di Siena, che ha al suo interno anche diversi medici, ha espresso le sue riserve. E ha preso carta e penna scrivendo al presidente dell’ordine Roberto Monaco, lamentando la scarsa scientificità dell’iniziativa.

Nella comunicazione tra Ordine e Osservatorio ci si stupisce dell’assenza di quelle professionalità mediche indispensabili per affrontare scientificamente le tematiche dell’omosessualità dal punto di vista medico-clinico. Tanto più che l’unico medico presente è specializzato in anestesiologia e rianimazione. Assenti invece – solo per fare un esempio – endocrinologi, psicologi, pedopsichiatri, psichiatri, pediatri, infettivologi e medici di medicina generale. Insufficiente per un convegno che si fregia di essere scientifico. 

Con queste premesse il sospetto che si tratti di un indottrinamento è molto elevato. Con un contraddittorio assente, la presenza di relatori provenienti tutti dallo stesso contesto militante della causa Lgbt, l’osservatorio di bioetica teme dunque che i medici ricevano nozioni prive di basi scientifiche e vengano dunque indottrinati.

Non la pensa così il presidente dell’Ordine di Siena, Monaco, il quale, raggiunto dalla Nuova BQ, ha cercato di gettare acqua sul fuoco non senza ammettere un moto di fastidio: “Ancora con questa storia? E’ vero, non ho ancora risposto ai colleghi, ma adesso lo farò”. Per dire che cosa? Chiediamo. “Che io considero l’Ordine non soltanto un luogo dove si rilasciano certificati, ma anche un laboratorio di idee”.

Chiediamo come è nata l’idea di questo seminario: “E’ stato un collega dell’Ordine dei medici che è anche Presidente dell’Arcigay che ci ha chiesto di organizzare un corso di formazione per creare un aiuto nelle relazioni di cura tra persone che hanno un orientamento sessuale differente e che hanno difficoltà a parlare col medico curante per paura di pregiudizi”. Monaco ci ha spiegato di aver avuto l’ok dalla Federazione nazionale dei medici che ha rilasciato l’accreditamento formativo.

E per quanto riguarda i relatori? “Si sta parlando di relazione di cura – prosegue – tant’è vero che i relatori sono filosofi e counselor. E poi ci sono io come garante”. A questo proposito, che cosa risponde all’Osservatorio che lamenta il rischio indottrinamento? “E’ un timore che comprendo, ma esigerò al collega di mantenere un atteggiamento professionale e non di parte o non scientifico. Il fatto che il collega che ha promosso il corso sia un attivista forse può aver creato qualche dubbio, ma sono certo che il convegno si manterrà sul piano scientifico”.

Sarà. Quel che è certo è che la piattaforma Pro Vita & Famiglia ieri ha già fatto partire una petizione per fermare il corso in cui si sottolinea che “siamo di fronte a un corso di indottrinamento basato sulle teorie del gender, ovvero ad un corso rivolto ai medici basato su teorie senza fondamento scientifico”. In appena un giorno le firme sono già più di mille.


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