L’intervento della presidente di Osservatorio di Bioetica di Siena Giuliana Ruggeri che lancia un dibattito sul tema

da: Gazzetta di Siena del 26 Luglio 2020

“La Proposta di Legge Zan, sul tema del contrasto alla “omotransfobia”, propone di estendere i reati di violenza, discriminazione, anche sotto forma di “incitamento”, oggi previsti per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi,anche a motivi legati al sesso, al genere, all’orientamento sessuale e all’identità di genere”. Scrive così Giuliana Ruggieri, presidente di Osservatorio di Bioetica di Siena.

“Tra le altre novità – aggiunge – , vengono proposte l’istituzione della “Giornata Nazionale contro l’omofobia, lesbofobia, bifobia e transfobia” con attività di sensibilizzazione rivolte in particolare al mondo scolastico ed educativo, nonché specifici interventi e stanziamenti mirati alla prevenzione e contrasto delle discriminazioni e delle violenze per motivi legati all’orientamento sessuale e all’identità di genere, anche attraverso appositi Centri da istituire in tutto il territorio nazionale, con una dotazione economica iniziale di 4 milioni di Euro. L’Osservatorio di Bioetica partendo dalla premessa che ogni violenza e atto discriminatorio ingiusto è esecrabile e deve essere perseguito secondo giustizia, segnala le gravi criticità di questa proposta di legge che prossimamente verrà discussa alla Camera”.

“Anzitutto- prosegue – occorre far presente che affermare, come fanno i sostenitori della Proposta, che in Italia vi sia una “escalation dei crimini d’odio legati all’orientamento sessuale e sessuale e all’identità di genere” non trova riscontro nelle più accreditate e indipendenti rilevazioni statistiche (cfr: rilevazione OSCAD – Osservatorio per la Sicurezza contro gli Atti Discriminatori) che per il  periodo 2010-2018 forniscono un totale di 197 eventi legati all’Orientamento sessuale, a cui possiamo aggiungere 15 eventi connessi all’identità di genere, per un totale di 212 eventi, pari al 14% del totale. Numerosità che si colloca al di sotto delle casistiche più ricorrenti (Razza/Etnia 59% e Credo Religioso 19%)”.

“Va inoltre sottolineato- si legge – vi sono già nell’attuale ordinamento penale norme che puniscono comportamenti contro la vita, l’incolumità personale, l’onore e/o la libertà individuale nei confronti di tutti i soggetti, comprese le persone di diverso orientamento sessuale, ed esistono già anche le aggravanti (all’art. 61 c.p.) che consentono al giudice di valutare il rapporto fra il reato commesso e le sue motivazioni per un eventuale aggravio della pena”.

“A fronte di queste considerazioni – prosegue Giuliana Ruggieri, presidente di Osservatorio di Bioetica di Siena – risulta poi davvero preoccupante l’elemento di indeterminatezza della condotta idonea ad essere configurata come penalmente perseguibile. Ciò è particolarmente critico per ciò che concerne i reati privi di violenza, come l’istigazione e l’incitamento alla discriminazione che, nella Proposta di Legge, possono arrivare a prevedere fino a 6 anni di reclusione se commessi in ambiti associativi. I recenti episodi di “persecuzione” nei confronti dell’autrice della saga di Harry Potter, J.K. Rowling, colpevole secondo gli attivisti transessuali di utilizzare un linguaggio non inclusivo e discriminatorio soltanto perché ha affermato che “solo le donne possono avere le mestruazioni” (la cui ovvietà è solo pari allo stupore che una frase di questo tipo possa in realtà per alcuni essere “violenta”), sono la spia di una tendenza volta a colpevolizzare pubblicamente l’esercizio di una innocua manifestazione di pensiero critico nei confronti di una ideologia che è ben lungi dall’essere accettata (o accettabile) da parte della comunità scientifica e sociale”.

“Se dunque una affermazione palesemente vera e innocua – dice ancora Giuliana Ruggieri – come “solo le donne possono avere le mestruazioni” diventa per le organizzazioni LGBT un incitamento alla discriminazione, cosa accadrà, dovesse essere approvata questa legge, a chi dirà che il solo matrimonio è quello tra un uomo e una donna, oppure che un bambino ha diritto ad avere un padre ed una madre, o ancora, che l’utero in affitto è una barbarie? Non saranno più considerate legittime manifestazioni di libero pensiero? In effetti, già oggi, sui social network chi sostiene queste posizioni, è bollato dagli ambienti LGBT come intransigente, razzista, omofobo e, in ultima analisi, fascista.

“E’ quindi fondato il timore di essere di fronte a reati di opinione “a geometria variabile”, – scrive – ovvero identificati come tali solo dalla parte lesa e non in base a criteri ex ante chiari, oggettivi e ben noti da parte di chi esprimesse opinioni diverse da quelle delle organizzazioni LGBT, ancorché in forma privata, generica e non rivolte a casi specifici. Reati peraltro destinati ad espandersi indefinitamente nella misura in cui le rivendicazioni LGBT si espandono anch’esse. E non si pensi di mitigare questi elementi di rischio, prevedendo (come la maggioranza ha dichiarato di voler fare) di esplicitare che il DDL non potrà riguardare “la libera espressione di convincimenti od opinioni nonché le condotte legittime riconducibili al pluralismo”. Si tratterebbe infatti di una inaccettabile delega al giudice ordinario di un diritto costituzionalmente garantito.

“Un elemento – prosegue – che incrementa ulteriormente la preoccupazione, è la pressione che la maggioranza sta imprimendo ai tempi del dibattito parlamentare, sempre invocando una “emergenza” che oggettivamente è altrove, ovvero nel mondo del lavoro, della scuola e nella sanità. Non si comprende quindi perché la Commissione Giustizia della Camera abbia contingentato gli emendamenti presentabili. E ancor di più non si comprende come la maggioranza abbia potuto inserire nella Legge di conversione del Decreto Rilancio uno stanziamento di 4 milioni l’anno allo scopo di finanziare “politiche per la prevenzione e il contrasto della violenza per motivi collegati all’orientamento sessuale e all’identità di genere e per il sostegno delle vittime”, elemento peraltro già previsto nel DDL Zan.

In commissione Giustizia è stato ,quindi, sottoposto al voto  una parte fondamentale del ddl Zan già presente sulla Gazzetta. – si legge ancora – Si continua quindi a forzare la mano, soffocando il dibattito e sfruttando l’emergenza sanitaria Covid per intollerabili scorciatoie legislative, in spregio sia dell’opinione pubblica sia delle reali emergenze del Paese.

“Condividiamo- conclude – l’intervento  di Marcello Veneziani di alcuni giorni fa nel suo Blog:” La forza della legge è nella sua universalità, non prevede categorie privilegiate o più tutelate rispetto ad altre. …Un principio aberrante che è l’anticamera della subordinazione del diritto all’ideologia, della giustizia al politically correct. L’ideologia ugualitaria demolisce l’uguaglianza e l’equità. Una legge liberticida di questo tipo prevarica sulla democrazia e sulla libertà perché alcune minoranze hanno priorità rispetto alla maggioranza della popolazione e agli usi e costumi di un popolo adottati da sempre. Gay e trans hanno tutele speciali, giornate speciali, si configurano perfino reati d’opinione speciali se si esprimono giudizi critici su di loro. Nessuna legge speciale tutela invece la famiglia, la procreazione, gli eterosessuali. Lo “stato di diritto” si avvia verso un nuovo “stato etico”. Tutto ciò desta le nostre preoccupazioni e lanciamo per chi volesse accoglierlo un dibattito nella nostra città”.

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