Nel pieno dell’estate, nel bel mezzo dell’emergenza dichiarata, nel cuore di una delle più profonde crisi che l’Italia abbia mai attraversato dalla Seconda Guerra Mondiale, oggi riprendono in Senato i lavori per far approvare… il Ddl Zan!

La disperata priorità di molti è legiferare sui costumi sessuali, entrare nella sfera privata del cittadino per educarlo a idee sul mondo. Cosa è maschile e cosa femminile, anzi cosa non deve esserlo.

Le opposizioni sono messe a tacere. Eppure le domande sono tante: Perché una legge quando già esiste la Legge – uguale per tutti – a proteggere il cittadino da offese e ingiurie? Proteggere il cittadino da offese e ingiurie dunque, o piuttosto introdurre il concetto di “crimine d’odio”?

Chi stabilirà come e in che misura un’idea espressa sia connessa a violenza causata, l’arbitrarietà di un giudice del momento?

Cosa succede se lo Stato impone per legge di superare il genere, chi dirà che gli esseri umani sono maschio e femmina rischierà di essere accusato di reato d’odio?

E nelle scuole cosa succederà, si farà sempre più entrare la sessualità negli ambienti educativi – come se non bastasse l’ipersessualizzazione cui i minori sono stati forzati negli ultimi decenni -?

E le religioni, le specificità delle tradizioni, le sensibilità culturali e sì, anche spirituali, a cosa andranno incontro? Esisterà ancora, veramente, la libertà di culto?

E le donne, il femminile… come si confronterà con un maschilismo, questo sì reale, che facendo dei giri immensi ritorna ad appropriarsi del loro corpo, della loro identità, questa volta negandola davvero definitivamente? Se il Ddl Zan passerà, saremo ancora liberi di parlare?

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