Divorzio, aborto, eutanasia. Espulso Dio dal mondo, l’illuminismo anziché liberarci, ci ha condotto nei “secoli bui”

Caro direttore, partecipando ad uno dei tanti funerali di questo periodo (il Signore ci sta provocando per purificare la nostra fede), ho sentito un sacerdote celebrante dire che i cristiani non si trovano mai per celebrare la morte, ma solo per celebrare la vita. In effetti la resurrezione di Gesù ci impone questo atteggiamento di amore intenso e definitivo per la vita, nella certezza che essa ha già acquisito la vittoria definitiva. Il percorso della salvezza dei cristiani inizia con la contemplazione della Croce (che evoca morte), ma continua e termina con l’esaltazione della vita, a partire da questa vita pur così tribolata. Del resto, il grande Chesterton ci ha insegnato che nella verità della Chiesa si sono date appuntamento tutte le verità, comprese le loro contraddizioni. La nuova vita in Cristo, insomma, salva tutto, soprattutto il nostro peccato.

L’illuminismo (questo idolo dei nostri ultimi secoli), invece, ha fatto il percorso inverso. Ha iniziato il suo tsunami magnificando la capacità vitale e intelligente dell’uomo, pensando di avere risolto i problemi espellendo Dio da ogni dibattito umano, credendo che con l’introduzione della “luce” avrebbe sconfitto il buio “medievale” e cristiano, predicando che con la nuova libertà (da Dio) i problemi sociali sarebbero stati automaticamente risolti. In un certo senso, l’illuminismo ha pensato di potere cambiare tutto, partendo da una nuova concezione della vita. Il problema è che gli ultimi sussulti dell’illuminismo, invece, parlano solo di morte. Gli ultimi epigoni dell’illuminismo lottano e si trovano per celebrare la morte, non la vita.

Come ha scritto G.K.C. in Ortodossia (un capolavoro che tutti dovremmo leggere e rileggere), «la fede è la madre di tutte le energie del mondo, ma i suoi nemici sono i padri di tutta la confusione che regna nel mondo. I laicisti non hanno distrutto le cose divine, ma hanno distrutto le cose laiche, se questo li può consolare. I Titani non hanno scalato il paradiso, ma hanno devastato il mondo».

Ed è proprio così. Infatti, che cosa ci propongono i laicisti del nostro tempo, dipingendo le loro lotte come conquiste di libertà? Ci propongono il divorzio, la cui mentalità sta devastando il senso e la saldezza della famiglia e con essa la sanità mentale e psicologica di tanti figli e la devastazione dell’essenziale compito educativo dei genitori. Ci propongono l’aborto, che costituisce lo strumento con il quale si condannano a morte tanti innocenti. Papa Francesco ha parlato apertamente e senza equivoci di «omicidio». Gli illuminati illuministi vorrebbero addirittura che questo tipo di “omicidio” venisse riconosciuto come un “diritto”.

Come si vede, sono passati dalla “luce” alla notte della ragione. Dalla vita alla morte. Ma non basta. Altra lotta dei laicisti per i diritti umani è costituita da quella che riguarda la “dolce morte”, l’eutanasia, che dovrebbe sostituire il compito della condivisione e della cura con la facile soppressione di una vita, facendo così arretrare la nostra civiltà di almeno due millenni. E siamo sempre in tema di morte, di devastazione di un’intera società. Ma non è finita: ora gli illuministi vogliono rendere più facile l’aiuto al suicido, superando il concetto stesso di eutanasia. Il massimo della bestemmia contro la vita e la solidarietà umana.

Mi impressiona il fatto che ogni battaglia “civile” degli attuali laicisti contribuisca a facilitare una distruzione e non a favorire una nuova vita. Invece che una costruzione positiva, una devastazione sempre più tetra, fatta in nome di una maggiore civiltà. Paradosso demoniaco.

Parliamoci chiaro: tutto questo succede perché si è cercato di eliminare Dio dal dibattito privato e pubblico. La via è stata, fin dall’inizio, quella di attaccare la Chiesa, l’unica che, malgrado i suoi errori, continua a porre il Dio fatto uomo al centro di ogni problematica umana. Ed ancora Chesterton, ancora in Ortodossia ci spiega che cosa è avvenuto: «Gli uomini che iniziano a combattere la Chiesa per amore della libertà e dell’umanità finiscono per gettare via la libertà e l’umanità pur di combattere la Chiesa».

Appunto: ora stanno gettando la vita a favore della morte, pur di combattere la Chiesa, che ricorda a tutti la verità della vita e della morte.

Peppino Zola

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