“Custodire ogni vita” Il Messaggio dei Vescovi Italiani per la prossima Giornata per la Vita è denso di significati, già dal titolo. Esso infatti costituisce un invito, quasi un “comandamento”, che riguarda sicuramente tutta la comunità dei credenti e degli uomini di buona volontà ma che noi sentiamo particolarmente rivolto alle famiglie. Dove, se non nella famiglia infatti, si vivono tutte le forme di “custodia” e di cura delle vite umane che in essa nascono, passano, crescono, si sviluppano e raggiungono la maturità fino al tramonto della vita stessa? È in famiglia che ancora oggi, nonostante le trasformazioni indotte dalla modernità, si accoglie e si protegge la vita.

È talmente vero che quando purtroppo riscontriamo episodi di violenza e di abbandono in famiglia, ce ne stupiamo e ce ne rammarichiamo, quasi increduli. Da quando ci siamo sposati, abbiamo molto riflettuto sulle parole di Giovanni Paolo II che aveva definito la famiglia “un compito ed una sfida” (Lettera di Giovanni Paolo II alle Famiglie n.7) e abbiamo trovato nell’accoglienza e nella custodia della vita la strada, la “sfida” da percorrere, cercando di mettere nelle mani del Signore tutti i nostri timori e le nostre debolezze. Abbiamo quindi scoperto che la nostra famiglia, come una casa, aveva una porta e a quella porta bussavano in tanti. Stava a noi decidere se aprire quella porta oppure no. E così, in quasi trenta anni di matrimonio, da quella porta sono passati i nostri figli “di sangue” e altri figli “di cuore” che abbiamo cercato di accogliere come se fossero nostri. E poi altre storie di vita, relazioni spezzate da abbracciare, amici e fratelli nella fede da ospitare… Altre volte invece la porta non si è aperta, i nostri cuori sono rimasti duri, le nostre debolezze hanno avuto il sopravvento. E’ giusto quindi che i Vescovi ci richiamino a quel “comandamento”. Lo spazio delle nostre famiglie e dei nostri matrimoni deve tornare ad essere aperto e andare incontro a chi sta oltre quella porta.

Se le nostre famiglie si chiudono, anche la società si chiuderà e a quel punto ogni porta resterà sbarrata. I bambini non nati, i deboli e i fragili di ogni età e condizione, i nostri vecchi: tutti costoro troveranno solo porte chiuse e la nostra società sarà diventata un luogo di disperazione e di solitudine. Apriamo le nostre porte, facciamo entrare sotto la nostra custodia tutti coloro che non vogliono altro che essere accolti e amati.

Paolo e Marta Delprato