Ancora a proposito del DDL contro le opinioni “omofobiche” pubblichiamo la riflessione di Costanza Miriano, che condividiamo.

di Costanza Miriano

Pensavo che questo periodo avrebbe messo in luce le priorità della realtà, questa cosa esotica e sempre più lontana dalla politica, lo strano mondo che si preoccupa delle donne che non diventano amministratore delegato, mentre loro, le donne di carne e ossa, vorrebbero essere aiutate che so, con i permessi per la recita delle elementari o magari ad arrivare a fine mese. Invece niente, la realtà in Parlamento pare non ancora pervenuta. Cosa c’è nei prossimi mesi in calendario, e con una certa fretta?

Un disegno di legge contro la omofobia, un fenomeno di cui prima bisognerebbe verificare l’esistenza, visto che persino l’Unione Europea ha confermato che i casi segnalati sono pochissimi, e in costante calo. L’Oscad, l’osservatorio sugli atti di natura discriminatoria del Ministero dell’Interno, ha registrato dal 2010 al 2018, otto anni, 197 casi di segnalazioni di discriminazioni per l’orientamento sessuale: 26 segnalazioni all’anno. 26. Se questa è un’emergenza, cosa sono le 50 famiglie che potrei elencare solo io, oggi, solo in questo secondo, che non possono comprare gli occhiali o le scarpe ai figli, o pagare le rate del funerale della mamma? E non conto le persone che non conosco ma che vedo in giro, tipo ieri al supermercato la vecchietta che alla cassa ha lasciato i pannoloni perché estraendo da un barattolino di plastica tutte le sue monete è arrivata solo a 17 euro e 10.

Punto primo, dunque: non è un’emergenza, soprattutto non lo è in questo momento.

Ma se ci fosse davvero violenza sulle persone che provano attrazione verso lo stesso sesso, per il solo fatto della loro preferenza sessuale, e se questa cosa non fosse punibile, anche un solo episodio sarebbe sufficiente a imporre la promulgazione di una legge. Il fatto è che le leggi già ci sono, la violenza è già punita dalla legge, e sono già previste anche le aggravanti (come ha chiaramente esposto nella sua magistrale audizione in commissione giustizia Alfredo Mantovano, Consigliere della Corte Suprema di Cassazione ed ex sottosegretario agli Interni).

E se le leggi per proteggere chiunque dalla violenza già ci sono, quello che è a rischio in realtà con questo ddl è l’espressione di una legittima opinione. Diciamo la verità, l’obiettivo vero di questa legge è quello di cambiare la cultura e la percezione sociale dell’omosessualità. Un obiettivo legittimo, secondo me, a patto che sia onestamente dichiarato, che sia perseguito con gli strumenti giusti, e quindi non lesivi della libertà. Cioè, tu puoi cercare di far cambiare idea alle persone, se ci riesci, e se lo desideri. Ma non puoi farlo punendo coloro che non cambiano opinione. Il rischio con questo ddl c’è, ed è molto elevato.

Lo si è visto nei paesi dove leggi simili sono state già approvate, con uomini di Chiesa incriminati (un Cardinale in Spagna) per avere detto che la sessualità è finalizzata alla procreazione e dunque deve essere tra un maschio e una femmina (perché questa è la realtà: i figli nascono da un maschio e da una femmina, per forza). Che questa sia la natura buona della sessualità è un’opinione che a molti suonerà sbagliata, ma è un’opinione e non può essere punita. Per non parlare delle persone comuni arrestate – ripeto, arrestate – in Francia per avere indossato una felpa della Manif pour tous raffigurante padre, madre e bambini.

L’obiettivo del ddl dunque non è solo cercare di rafforzare il già alto consenso sociale intorno all’omosessualità, ma mettere a tacere tutti coloro che la pensano diversamente. Quanto al consenso sociale, finiamola per favore con la storia dei perseguitati: molti personaggi dello spettacolo non fanno mistero o addirittura esibiscono la loro attrazione verso lo stesso sesso, abbiamo avuto il palco di Sanremo invaso dai nastrini arcobaleno, il massimo del nazionalpopolare, lo stesso per molti politici, dunque votati dagli elettori, che sono la prova provata della assoluta mancanza di stigma sociale. Addirittura ci sono persone che della loro ambiguità sessuale hanno fatto una vera e propria carriera (scelta che trovo umiliante e riduttiva, perché ogni persona è molto più grande e preziosa della propria attrazione). Quanto alle aziende, non solo non discriminano, ma ormai sono obbligate all’omaggio alla causa, pena la sollevazione dell’indignazione generale, con conseguenti scuse a tappetino. Obblighi di assunzione di minoranze, quote protette e via dicendo. Vai a teatro a vedere Shakespeare e ti devi sorbire il balletto di uomini in tanga, completamente fuori tema. Vedi la serie netflix e c’è sempre minimo la strizzatina d’occhio, un personaggio e un episodio che, magari infilato a forza serva a dire “ci siete anche voi”. Il Ceo Disney dichiara di voler dare sempre più spazio alla “diversity” e ospita i gay pride nei propri parchi.

Nessuna condanna, dunque, neppure tra i giovani, che a differenza di quanto pretende la narrazione vittimistica non hanno nessun tipo di problema con l’omosessualità, anzi. Spesso ci sono professori che invitano i ragazzi a scegliere liberamente “perché il corpo è solo un involucro”. Quando mesi fa sono stata in un liceo a parlare ai ragazzi di “amore per sempre”, questo doveva essere il tema, alcuni professori scontenti della mia presenza hanno trasformato quella che doveva essere la mia conferenza in una tavola rotonda con loro e dei ragazzi. Quando ha preso la parola una studentessa, dichiarandomi tutta orgogliosa che lei era lesbica, i compagni hanno fatto una specie di ola, come se fosse un’eroina. Nessuna condanna, nessuna risatina, nessuno scandalo (io comunque le ho detto “per me tu sei Giovanna e basta, non sei né lesbica né etero, sei una persona e non vorrei che ti facessi definire da questo). Ovviamente per me molti fischi e poca possibilità di spiegarmi.

Peraltro l’ambito dell’educazione, poiché interviene sulla formazione dei minori, è l’unico nel quale io ritengo lecito discriminare in base all’idea che si ha della sessualità. Ritengo infatti che dovrebbe essere vietato entrare in una sfera valoriale nella quale la libertà educativa delle famiglie va tutelata, ma se ci si entra, i genitori dovrebbero essere informati e messi nelle condizioni di scegliere come si parla di sesso ai loro figli. Io non vorrei che a scuola dei miei figli si facesse propaganda omosessualista, e ritengo lecito che qualcuno disapprovi chi come me va a parlare di un altro modo di intendere la sessualità (“i cattolici reprimono, deprimono, fanno venire i sensi di colpa”, inibiscono eccetera). Ma non mi metto a fare la vittima se mi fischiano, mi tengo le mie opinioni, spero solo che i genitori sappiano cosa si insegna a scuola ai loro figli, mentre loro li pensano immersi nella tragedia greca o nelle equazioni.

Io comunque non mi sono sognata di chiedere un ddl per proteggere le mie idee, anche se sono stata offesa infinite volte nelle piazze e sui social, ho intere pagine a me dedicate, piene di insulti, bestemmie, offese e derisioni di ogni tipo (sono stata anche definita down, e mi dispiace per le persone che hanno quella sindrome, evidentemente molto migliori di quei trogloditi).

Infine l’ultimo tema: la libertà religiosa. Se la legge venisse approvata, molti brani della Bibbia sarebbero fuori legge, così come alcuni articoli del Catechismo della Chiesa Cattolica. In occasione di ddl precedenti se non sbaglio si era pensato di ovviare a questo stabilendo che quelle parole potessero essere proclamate solo in contesti di fede, dentro le chiese, ma questo evidentemente potrebbe sollevare un problema di costituzionalità della legge (la Costituzione tutela la libertà religiosa nei contesti civili). Va bene che il Papa è un Capo di Stato estero e quindi si sottrae alle nostre leggi, ma se io ripetessi quello che lui ha detto una volta in aereo, cioè che con l’omosessualità la psichiatria “può fare ancora qualcosa quando sono piccoli” sarei penalmente perseguibile? Cioè se io sposassi la posizione del capo del mio credo religioso commetterei un reato? Questo secondo me pone un problema serio di libertà. Io per esempio già sono stata deferita all’Ordine per avere riferito questa affermazione del Papa (di cui esistono prove video), ma l’Ordine ha affermato che è lecito che io riferisca le parole del Santo Padre, essendo tra l’altro il mio lavoro: ma se l’avessi fatta mia, affermando che è una mia convinzione, sarei condannabile in base alla nuova legge, se dovesse essere approvata? Cioè, se la penso come il Papa, cosa che essendo cattolica può succedere, mi denunciano? Cosa potrà dunque sanzionare questa legge, in definitiva? Anche le opinioni generali?

Quindi, prima che venga approvata la legge, provo a dire alcune cose, prima che diventino vietate. Penso che il disegno originario su ogni uomo e su ogni donna, fatti salvi alcuni rarissimi casi di alterazioni, preveda che siamo fatti in modo tale che un’affettività matura, feconda, adulta e generativa si realizzi in rapporto con l’altro sesso. Penso anche che ognuno di noi abbia un nucleo di mistero, un luogo interiore sacro che nessuno può permettersi di giudicare, nel quale il processo di una sana maturazione può in qualche modo alterarsi: per i rapporti familiari, per esperienze esterne alla famiglia, per un abuso, per avere assistito a episodi di violenza tra i genitori, per infinite vicende. Questo, unito alla precoce stimolazione della sessualità nella quale viviamo tutti immersi, nell’epoca del pansessualismo, può portare a una concezione edonistica e narcisistica in cui il sesso è visto esclusivamente come sorgente del proprio piacere, e quindi causare lo sviluppo di una sessualità non armoniosa. Gli atti omosessuali sono intrinsecamente disordinati, come dice il Catechismo, cioè non compiono la nostra piena felicità. Sono un male. Perché noi crediamo che esista il bene e il male. Il bene ci fa felici, il male infelici. Se non viviamo per quello per cui siamo stati pensati, soffriamo.

A volte l’omosessualità viene sviluppata e rafforzata come strategia per riparare una ferita che si è subita. Credo che se una persona vive con soddisfazione questa sua attrazione ovviamente deve essere libera di viverla, come infatti avviene, ma credo anche che se uno soffre per questo deve essere libero di confrontarsi con altre opinioni, eventualmente chiedere aiuto, e deve poter trovare professionisti che non vengano per questo sanzionati o radiati dall’albo, come succede sempre più spesso in Italia e altrove (la new entry del club è l’Albania, che paga così il suo tributo all’accettazione nell’UE).

Credo anche che sia vero, alcune volte, in passato e in altre aree probabilmente, le persone omosessuali non si sono sentite accettate dal contesto, famiglia o altro, e questo non è giusto; terribile colpevolizzare o stigmatizzare, soprattutto inutile. Credo però che a moltissime persone succeda di non essere amate o comprese abbastanza, o nel modo giusto, e temo che a rimediare a questo non basti una legge, perché il problema alla radice di tutto si chiama peccato originale.

Credo infine che i bambini abbiano bisogno di un padre e di una madre, condizione minima, necessaria ma non sufficiente alla loro crescita equilibrata, e che togliere a un bambino la madre o il padre e sostituirli con una figura del proprio stesso sesso sia una grave violenza, e un atto di profondo egoismo, perché i figli non sono un diritto ma un regalo che può anche non arrivare.

Per la mia esperienza spesso le persone che provano attrazione verso lo stesso sesso sono più sensibili e profonde della media, perché hanno dovuto rendere ragione prima di tutto a se stesse di quella ferita di cui dicevo. Ad alcune di loro voglio bene, e proprio perché voglio bene alla loro verità, alla loro felicità, mi è capitato, quando me lo hanno chiesto, di dire loro chiaramente che c’è un bene e un male nel vivere la sessualità, e che non è vero che tutte le emozioni vadano comunque assecondate e vissute, perché alcune sono buone per noi, per la nostra vera felicità, altre no. Credo che questa sia la vera e più alta forma di carità, che va sempre insieme a quella concreta di sostegno, ascolto, aiuto concreto. Con un’amica per esempio abbiamo deciso di aiutare economicamente, in questi giorni difficili, una persona transessuale, proprio perché crediamo che ogni persona sia degna di amore, indipendentemente dalle sue scelte.

Ho il diritto di pensare quanto ho scritto, e ho il diritto di esprimerlo, in modo rispettoso e non offensivo (d’altra parte molti pensano che i cattolici siano squilibrati che credono all’amico immaginario, e lo dicono liberamente senza alcuna conseguenza penale: Marx ci ha costruito un sistema filosofico che ha fatto anche qualche danno, peraltro).

Se invece dovesse passare la legge, ecco la versione riveduta: i gay sono i più felici di tutti, lo dice la parola stessa, e quando sono infelici è tutta colpa dei cattivi come me che li giudicano, e per colpa mia alcuni si uccidono, altri, sempre per colpa di quelli come me, si sentono autorizzati a picchiarli. L’amore è amore, quindi va bene anche comprare bambini da donne povere, perché comunque meglio due uomini o due donne che amano, piuttosto che il modello patriarcale in cui la povera donna fa la schiava al marito violento (quella che uteroaffitta non è schiava, perché è pagata, anche due spicci non importa, l’importante è che non lo faccia per suo marito). Tutte le famiglie etero sono così, soprattutto se cattoliche, tranne quelle di sinistra, si intende. Le famiglie cattoliche si sa sono un covo di nevrosi e inibizioni e perversioni nascoste sotto una patina di perbenismo, ma se vedi la cronologia della navigazione su internet vedrai che schifo, meglio le famiglie allargate, così allegre e libere e per bene. Comunque è tutta colpa della Chiesa.

Va bene così?

Fonte: il Blog di Costanza Miriano

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